Menu

Rendere accessibili e appetibili i risultati di un progetto di ricerca sugli immigrati è possibile. Ce lo insegna FaMiLife.

I risultati di una ricerca scientifica possono essere presentati in due modi: il primo prevede l’uso dei canali classici, ovvero pubblicazioni o conferenze tra accademici, il secondo presuppone invece un’incursione nel mondo dell’arte. Attraverso la creatività i risultati possono diventare stimolanti e coinvolgenti anche per chi non è avvezzo ai tecnicismi della scienza.

Helga de Valk, Professoressa alla Free University di Bruxelles e al NIDI di L’Aia, propone un esempio di commistione tra arte e ricerca, presentando i risultati del suo progetto, FaMiLife, con il coinvolgimento di fotografi e videomaker.
Alla base di FaMiLife c’è il desiderio di esplorare le fasi di vita e le dinamiche familiari dei migranti in Europa. L’Europa è infatti ormai un contesto multietnico in cui l’arrivo di nuovi migranti negli ultimi decenni ha portato a sostanziali modifiche in vari aspetti della società. Allo stesso tempo anche le vite dei migranti si modificano per far fronte alla nuova società che li accoglie e per un meccanismo di assimilazione al nuovo contesto culturale. All’analisi di queste dinamiche si riferisce la sessione del sito web di FaMiLife dedicata alla presentazione dei risultati attraverso tre video e quattro progetti fotografici.
I video corrispondono ai tre sotto-temi del progetto.

Il primo tema riguarda il percorso di vita delle prime e delle seconde generazioni di immigrati in Europa. La ricerca si è focalizzata tra i giovani adulti (18-35 anni) residenti nei Paesi Bassi ma di origine straniera. In particolare vengono studiate le fasi del passaggio alla vita adulta: lasciare la casa dei genitori, convivere con un partner, e avere figli. Diversi gruppi etnici (nel progetto vengono studiati gli emigrati di origine turca, marocchina o polacca e dal Suriname e dalle Antille) vengono confrontati con i pari età olandesi. I risultati vengono presentati in questo video, ideato e prodotto dal gruppo Bordenstift, in cui, attraverso semplici disegni ed una voce narrante, si raccontano le differenze tra i vari gruppi etnici ed i comportamenti che li avvicinano o li distanziano dagli olandesi.

Il secondo tema è l’impatto dell’emigrazione sulla solidarietà intergenerazionale e sui legami familiari. Il video di Marc de Leeuw è veloce, divertente, immediato, e spiega in maniera chiara che ci sono davvero poche differenze tra immigrati e nativi. L’attenzione ed il sostegno regolare tra madre e figli adulti, ad esempio, è lo stesso tra i due gruppi, sia facendo riferimento al sostegno concreto (ad esempio i lavori domestici) sia per quanto riguarda il sostegno emotivo.

Infine, il terzo video, che corrisponde all’ultimo tema di FaMiLife, si occupa dell’argomento migranti con una prospettiva innovativa: presenta le differenze tra gli immigrati e i loro pari che invece decidono di non lasciare la terra di origine. Questo tema viene trattato in modo delicato ma efficace da Olle Zwemmer.

Oltre a questi tre video, il sito propone una sezione fotografica. In questo caso sono quattro gli artisti coinvolti, appartenenti alla Royal Academy of Art (L’Aia). Questi progetti fanno parte della mostra “Come arrivare a 100 e godersela” (How to get to 100 – and enjoy it). La mostra è esposta a L’Aja dal 23 Maggio al 3 Giugno 2016 nel City Hall, e sarà poi a Gronigen dal 7 al 19 Giugno. Tra i quattro progetti c’è quello di Jesse Budel, che attraverso un rifacimento di “La Zattera e Medusa” di Géricault mostra cosa accade al giorno d’oggi ai rifugiati che attraversano l’oceano sperando di trovare la felicità e trovandosi di fronte una società che difficilmente si adatta al loro arrivo. Marijn Kuijper racconta invece la storia di Omar, Siriano ed omosessuale, che nel 2015 lascia il suo paese per costruirsi un futuro che rispecchi la sua identità. Medina Resic riflette, invece, sulla distanza tra chi come lei ha lasciato la Croazia in direzione dei Paesi Bassi e la famiglia di origine rimasta in patria. L’ultimo progetto è quello di Sonja de Bruin che mostra la storia di Amina, olandese di origine marocchina, a cui gli amici spesso dicono “non sembri marocchina”.

Ogni singolo progetto artistico parte di FaMiLife vale la pena di essere esplorato. Un plauso speciale va ad Helga de Valk per la decisione di presentare i risultati della sua ricerca in maniera così innovativa ed accattivante.

Familifeproject.com

Share.

About Author

Sono Research Fellow all’Istituto Universitario Europeo a Firenze, dove mi occupo di traiettorie di genere nell’istruzione e nel mercato del lavoro in Germania. Nel 2013 ho ottenuto il dottorato di ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale all’università di Trento: nella tesi dottorale mi sono occupata delle aspettative di istruzione delle prime e seconde generazioni di stranieri in Italia. Durante il dottorato ho collaborato con il Dondena Centre for Research on Social Dynamics, all’Università Bocconi di Milano. Infine partecipo ad un progetto di demografia storica dell’Universitá di Padova sulla mortalità infantile nel Veneto dell’Ottocento. Sono appassionata di scrittura, fotografia e arte.

Partecipa

  • Leave A Reply

  • Commenti su Facebook

  • Commenta tramite Google+

    Powered by Google+ Comments