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Gli interessi economici dell’Italia giolittiana nei Balcani

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Nella mia tesi di laurea mi sono interessato alla figura di Giuseppe Volpi, conte di Misurata, in relazione alla penetrazione economica italiana nei Balcani.

l’immagine dovrebbe mostrare Antivari o Bar in Montenegro.

Ecco alcuni paragrafi della mia tesi di laurea: La questione orientale nella pubblicistica italiana dal Trattato di Berlino alla Prima guerra mondiale (Trieste 2007). In essa analizzo in dettaglio la penetrazione italiana nei Balcani tra politica ed economia e il ruolo di figure come Giuseppe Volpi.

L’Italia nel concerto europeo e la questione orientale

[…] L’Italia si trovava nella particolare posizione di essere riconosciuta come grande potenza e di essere parte del concerto europeo, ma di essere priva dei mezzi per condurre una politica indipendente dalle altre potenze. Come stato mediterraneo, l’Italia era confrontata alla superiorità della potenza navale britannica, e la Gran Bretagna forniva il 90% del carbone all’Italia. Una linea della politica estera italiana fu quella di non mettersi mai in aperto conflitto con la Gran Bretagna. […]

Con l’età giolittiana iniziò la crescita economica e industriale dell’Italia, che pur rimaneva l’ultima delle grandi potenze. Il fallimento della politica africana condusse a una maggiore attenzione per la politica adriatica, in particolare per l’Albania e il Montenegro. […] In Albania, l’Italia operava in concorrenza con l’Austria. Per aumentare la propria importanza in seno alla Triplice Alleanza e migliorare la propria posizione internazionale, l’Italia firmò un accordo con la Francia, proprio mentre stava rinnovando la Triplice Alleanza. […] Con la sua politica degli “alleati” austriaci e tedeschi e degli “amici” della Triplice Intesa, l’Italia si destreggiava tra i due blocchi antagonisti in Europa. […]

L’Italia giolittiana nei Balcani: la ferrovia adriatico-danubiana e il gruppo di Volpi

Nell’età giolittiana, vi fu un maggior interesse politico ed economico dell’Italia nei confronti dei Balcani e dell’Impero ottomano, mentre fra il 1878 e il 1904 era prevalso l’orientamento africano nella politica estera italiana. […]

Il commercio italiano con l’Impero ottomano crebbe molto all’inizio del Novecento: negli anni 1907-1909 l’Italia era la quarta nazione esportatrice nell’impero. L’Impero ottomano era sotto il controllo delle potenze europee, compresa l’Italia, che avevano loro rappresentanti nel consiglio del debito pubblico, e controllavano le tariffe doganali ottomane. […]

La Francia in particolare controllava il maggior istituto finanziario ottomano, la Banca Imperiale Ottomana, e nel campo delle ferrovie, la società per la linea Salonicco-Costantinopoli e la Régie des Chemins de Fer. […]

La penetrazione italiana nei Balcani durante l’età giolittiana è da ricondurre a fattori economici e politici. L’avvenuto decollo industriale e la crisi economica del 1907-1908 rendevano necessaria la ricerca di nuovi sbocchi ancora liberi, non soggetti ai diritti esclusivi di una potenza, come erano appunto i Balcani. Fu soprattutto l’industria leggera ad avvantaggiarsi della crescita del commercio orientale. Ma vi erano prospettive anche per l’industria pesante, offerte dall’elettrificazione, dalle ferrovie e dal trasporto marittimo, dalla costruzione di porti e dallo sviluppo agricolo. Inoltre, l’Italia era interessata alle risorse minerarie balcaniche. Nei Balcani vi erano molti operatori economici italiani, dagli ingegneri, come Ernesto Besanzanica, ingegnere capo delle ferrovie bulgare, agli operai, ai banchieri ebrei di Salonicco.

Le motivazioni politiche degli interessi italiani nei Balcani erano riconducibili al ruolo di grande potenza dell’Italia. Sulla base del recente sviluppo economico vi furono tentativi da parte del governo italiano di coordinare gruppi finanziari e industriali in operazioni internazionali, come fu il caso per la ferrovia transbalcanica adriatico-danubiana e per gli investimenti del Banco di Roma in Libia. […]

Piero Foscari e Giuseppe Volpi, uomini d’affari veneziani legati alla Banca Commerciale, furono tra i primi italiani ad interessarsi al potenziale sviluppo nei Balcani. Foscari, di origini patrizie veneziane, era un ex ufficiale della marina con un’esperienza coloniale in Africa orientale. Volpi, entrato nelle attività industriali dopo studi di ingegneria, realizzò l’elettrificazione del Veneto [SADE]. Legatosi a Toeplitz e a Joel della Banca Commerciale, fu spesso per motivi commerciali nei Balcani e nell’Impero ottomano. […]

Gli uomini d’affari italiani, che avevano formato un Sindacato italo-montenegrino per sfruttare le concessioni di porti e ferrovie del Montenegro, ottennero la costituzione del Monopolio dei tabacchi, che fu molto redditizio. Unico punto d’accesso ai Balcani tra la Dalmazia asburgica e l’Albania ottomana, il Montenegro e in particolare il porto di Antivari interessavano anche la marina e il governo italiano. Così, Volpi e Foscari costruirono una Compagnia di Antivari, con lo scopo di sviluppare il sistema dei trasporti locali. La Compagnia era appoggiata dalla Banca Commerciale e dal governo, ma anche dagli industriali cantieristici e siderurgici. […]

Tra il 1905 e il 1909, la Compagnia costruì il porto di Antivari – che doveva fare concorrenza alle linee di navigazioni austro-ungariche nell’Adriatico – e collegò poi Antivari a Scutari con una ferrovia e con un servizio di traghetti sul lago di Scutari. […]

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Sono un consulente web e blogger. Appassionato di informatica e web sin dalla giovane età, sono esperto di web marketing e ho conseguito un Master in Studi Europei al Collegio d’Europa di Natolin in Polonia. Ho esperienza in ambito assicurativo e mi interessano il marketing, le tecniche di vendita e il business coaching. Il mio lavoro mi ha portato ad approfondire l’uso delle tecnologie informatiche destinate al settore alberghiero e all’organizzazione del lavoro. Penso che lo sviluppo parta dall’innovazione, dalla motivazione, dalla costanza nel perseguire i propri obiettivi e dalla creatività.

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