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Unesco: arriva per l’Italia il 50º sito “Patrimonio mondiale dell’umanità”

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Il 38º comitato Unesco ha deciso: i territori di Langhe, Roero e Monferrato sono ora patrimonio dell’umanità. Aree da salvaguardare, proteggere e promuovere nell’essere “fisico” del territorio e nell’operosità e nelle arti che si sono sviluppate in quelle terre.

Passioni, tenacia ed amore per la propria terra hanno fatto sì che dopo 10 anni di “trattative” l’Unesco decretasse che circa 100 chilometri quadrati di Piemente diventassero patrimonio dell’umanità.

«Non c’è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell’odore della terra cotta dal sole d’agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il suo sudore» (cesare Pavese)

La notizia non può che inorgoglire tutti coloro che si sentono veramente italiani. Il nostro paese giunge così a quota 50 siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Non vi proporremo cronache che certamente avrete già letto od ascoltato nei vari TG. Ci preme di più festeggiare questo evento attraverso riflessioni maturate anche dopo la lettura di alcuni commenti ad articoli di testate quotidiane in versione online.

Partiamo da un commento sconcertante: «Era proprio necessario?».

ImprendiNews è nato per dare voce alla gente che lavorando spesso crea anche lavoro. L’Unesco non ha solo premiato le bellezze naturalistiche bensì il connubio che natura e uomo hanno saputo siglare dando vita ad attività che hanno nei decenni caratterizzato il paesaggio aumentandone il valore originario.
In queste terre la viticoltura ha creato arte e prodotto italiano. Elementi destinati all’export, a rendere l’Italia più ammirata di quanto già non lo fosse. Ci sembra quindi che questo riconoscimento non sia solo bene accetto, ma debba inorgoglire.
Se le sapienti mani dei viticoltori sapessero trattare il nostro amor patrio come sanno gestire i vigneti prima e l’uva poi avremmo certamente un animo più tricolore, purtroppo gli italiani amano vivere nel loro paese, ma non sempre sanno apprezzarlo.

Dopo decenni di decadimento ambientale questo ulteriore apprezzamento del valore italico dovrebbe indurci a mantenere o recuperare le realtà del nostro bel paese. Se lungo lo stivale riuscissimo a focalizzare “N” peculiarità destinate ad altrettante o più attività riusciremmo a rendere l’Italia un territorio speciale. Un puzzle di aree tematiche che convivono sotto quell’unico cielo che vide grandi periodi storici susseguirsi ed essere motori culturali anche oltre confine.

Nei prossimi giorni dedicheremo articoli meno filosofici ma più conoscitivi a quei territori che tanto hanno fatto per meritare questo riconoscimento.

A voi gente operosa ed instancabile va il nostro plauso.

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